Approfondimenti e Faq

E' possibile staccare l'acqua?

Legislazione Internazionale e Italiana

l'Onu, con risoluzione approvata il 28 Luglio 2010 ha dichiarato l'accesso all'acqua potabile e all'igiene un diritto umano. Tale diritto può essere “quantificabile” nei 50 litri al giorno a persona stimati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come “flusso minimo vitale.”
In Italia purtroppo tale diritto non è di fatto garantito, poiché non esiste alcuna normativa nazionale che tuteli contro i distacchi, né esiste nulla che definisca il concetto di "morosità incolpevole" su questo tema. Tutto questo nonostante il 12-13 giugno 2011 un referendum abbia sancito la volontà popolare per la gestione dell'acqua fuori dalle regole del mercato.
A tale proposito il Forum Nazionale dei Movimenti per l'Acqua sta chiedendo il ripristino di un articolo da inserire nel “Collegato Ambientale", attualmente in discussione in Commissione Ambiente del Senato, che impedisca i distacchi del servizio idrico e garantisca il diritto all'acqua tramite il minimo vitale.
In questo quadro il gestore del servizio idrico può arrivare alla sospensione/riduzione del flusso idrico in caso di morosità, secondo quanto previsto dalla Carta dei Servizi e dal Regolamento di utenza, nel rispetto della normativa vigente.
Giurisprudenza
La normativa vigente prevede che “I gestori indicano i mezzi con i quali è preavvisato l’utente di tale sospensione e le modalità per evitare la sospensione stessa. Tale preavviso non potrà comunque essere inferiore a 20 giorni e dovrà essere accompagnato dal duplicato della fattura non pagata” (DPCM 29 aprile 1999 - Schema generale di riferimento per la predisposizione della carta del servizio idrico integrato).
Inoltre il gestore deve rispettare il Codice del consumo (d.lgs. 6.9.2005, n. 206), in particolare rispetto ai princìpi di la «diligenza professionale» e alla tutela del «consumatore medio».
Proprio in virtù di questi princìpi Acea Ato2 è stata sanzionata dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con il provvedimento nei confronti di AceaAto2 n°19618, confermato dal Tar del Lazio (886/2011) per aver adottata una pratica commerciale scorretta “in quanto le modalità seguite per informare preventivamente l’utente appaiono insufficienti a rendere edotto il destinatario effettivo della misura che potrà essere disposto il distacco e del giorno esatto in cui ciò avverrà”.
L'art. 18 della legge n. 220/2012 (Modifiche delle disposizioni per l'attuazione del codice civile) afferma che “i creditori non possono agire  nei  confronti degli  obbligati  in regola  con  i  pagamenti,  se  non  dopo  l'escussione degli  altri condomini”. Il gestore non può dunque staccare l’acqua anche a chi ha pagato regolarmente tutte le bollette, ma è tenuto a fare di tutto per recuperare da ciascun utente le fatture pregresse. Tale principio è stato applicato nella sentenza del Tribunale di Olbia.
La giurisprudenza si è più volte espressa contro l'interruzione del servizio idrico per le utenze domestiche, sulla base del principio che “la sospensione della fornitura di un bene primario come l'acqua appare sproporzionato a fronte di un inadempimento pecuniario” (Cfr. Decreto del Tribunale di Bari – 09/09/2004; Sentenza del Tribunale di Latina 31/10/2006; Ordinanza Tribunale di Enna, Provvedimento del Tribunale di Tempio Pausania, sezione distaccata di Olbia, del 06-07-2012).
Sempre ai sensi del Codice del Consumo (art.33) il Tribunale di Latina ha dichiarato vessatorie le clausole relative ai distacchi previste dal Regolamento del SII ATO 4 Lazio  con la sentenza n. 2972/2011 (in allegato).
Le “regole” di AceaAto2
Questo quanto riportato dalla Carta dei servizi di Acea Ato2:
Situazioni di morosità
“In caso di morosità il gestore procede alla sospensione del servizio. Il gestore provvede, prima di sospendere l’erogazione, ad inviare al medesimo sollecito di pagamento, con preavviso di distacco. Il gestore, nei casi in cui proceda a distacchi per morosità o per errore, effettua il riallaccio entro il giorno lavorativo successivo al pagamento delle bollette insolute o entro il giorno lavorativo successivo alla produzione del documento comprovante l’avvenuto pagamento, ad eccezione dei casi in cui la sospensione sia stata effettuata con l’eliminazione dell’impianto.”
Attualmente i distacchi su Roma e provincia sono migliaia ogni giorno, effettuati per la maggior parte con asportazione del contatore (“eliminazione dell'impianto”). Per questo i riallacci, anche dopo pagamento della fattura, vengono effettuati con molto ritardo. Qualora ciò avvenisse, il ritardo deve essere denunciato.
La lettera di preavviso di distacco impone inoltre il pagamento, in caso di distacco, di 200 euro per il riallaccio. Tale importo è stabilito annualmente da Acea, in virtù di una delibera approvata dal Comune di Roma nel 1985! Riteniamo pertanto che tale importo possa essere contestato. (Allegato 1 – Estratto Carta dei Servizi e Regolamento Utenza Acea Ato2)
Il distacco: prima e dopo
Tariffa agevolata
Già la legge Galli del 1994 stabiliva l'obbligo di prevedere una tariffazione agevolata per le fasce di reddito più basse. Tale impegno deve quindi essere ripreso nella Carta dei Servizi e nel Regolamento di utenza, e le modalità stabilite dalla conferenza dei sindaci e pubblicizzate attraverso i canali di informazione del gestore. Essendo la tariffa sociale completamente finanziata dagli stessi utenti attraverso le bollette, questa entra nella casse del gestore a prescindere dal suo effettivo utilizzo. Spesso questa viene quindi poco pubblicizzata è l'accesso è reso complicato da procedure farraginose.
E' comunque bene moltiplicare le richieste a tale fondo, peraltro pagato dai cittadini, incoraggiando gli utenti a farne richiesta
AceaAto2, con enorme ritardo, ha reso pubbliche le modalità per accedere all'agevolazione tariffaria. Su questo fondo l'azienda ha già incamerato, negli anni 2012-2013, più di 12 milioni di euro, utilizzando solo 212.000 euro per  “mancanza di richieste”.
Su questa base l'azienda, invece di facilitare l'accesso alla tariffa agevolata, ha “distratto” dal fondo 8 milioni di euro.
Le procedure non sono purtroppo semplici, così come i benefici non risultano chiari.
(Allegato 2  - Tariffa agevolata, le regole di AceaAto2).
Rateizzazioni
Verificare le procedure adottate dai gestori sulla rateizzazione, in particolare se queste rispettano quanto previsto dalla carta dei servizi. Spesso tali procedure non rappresentano infatti un reale aiuto per gli utenti in difficoltà.
La Carta dei servizi regionale del Lazio, alla quale devono conformarsi le carte dei gestori, prevede il diritto alla rateizzazione, stabilendo un numero di rate minimo (pari almeno al numero di bollette pagate dall'ultimo conguaglio) e il dovere di adeguare il piano di rateizzazione su richiesta dell'utente, rispettando “l'obbligo di solidarietà”.
E' pertanto possibile pretendere da AceaAto2 l'adeguamento del piano di rateizzazione, a prescindere dal limite massimo di 3 o 6 rate, imposto dall'azienda e pubblicato sul sito senza alcun fondamento. La Carta dei Servizi e il Regolamento d'Utenza non prevedono nulla in termini di diritto alla rateizzazione  (Allegato 3 – Rateizzazione, le regole di AceaAto2).

Elementi per effettuare un reclamo e/o azione legale
La posizione migliore per difendersi da un eventuale distacco è quella di poter dimostrare di avere un contenzioso aperto con il gestore. Chiedere sempre quindi agli utenti di visionare le loro bollette, eventuali reclami già presentati, comunicazioni, etc...
I gestori devono preavvisare del distacco con almeno 20 giorni di anticipo, indicando l'entità della morosità, le modalità del saldo e il giorno preciso del distacco
In caso di utenza condominiale, non possono procedere direttamente nei confronti del condominio, ma devono informare i singoli condòmini e procedere prima nei confronti dei morosi
In ogni caso, deve essere verificata la conformità alla normativa vigente di quanto previsto dalla Carta dei Servizi del gestore.
Su queste basi, nel caso di Acea Ato2, è stato predisposto un reclamo (Allegato 4, spuntando la scelta “diffida a procedere”) e una bozza di segnalazione all'autorità per la concorrenza e il mercato (Allegato 4 bis), affinché questa si esprima sulle pratiche commerciali messe in atto da Acea Ato2. Un nuovo atto sanzionatorio da parte dell'Antitrust sarebbe ovviamente un ottimo appiglio per la lotta contro i distacchi. Per presentare la segnalazione è necessaria l'adesione di una serie di utenze, condominiali e/o singole, è quindi utile proporre tale possibilità agli sportelli, prendendo i contatti di coloro che sono interessati.
Cosa fare dopo il reclamo
Il gestore non solo dovrà quindi rispondere nel merito al reclamo entro il tempo stabilito, ma non sarà sufficiente una semplice risposta per giustificare la messa in mora e l'eventuale distacco. Nel frattempo è utile “proteggere” il contatore, facendo attenzione a chi facciamo entrare, se è su proprietà privata. Nel caso questo sia su suolo pubblico l'utente può invece scegliere di chiuderlo con un lucchetto.
Cosa fare dopo il distacco
Se ciò avvenisse è quindi opportuno, dopo aver nuovamente risposto al gestore (Allegato 4, spuntando la scelta “richiesta di riallaccio”), denunciare alla Procura della Repubblica del Tribunale competente l'eventuale distacco, poiché avvenuto a controversia aperta, e, contestualmente avanzare istanza al proprio sindaco, chiedendo allo stesso di ordinare al gestore il riallaccio dell'utenza nelle ventiquattro ore successive, esplicitando anche le condizioni di chi ha subìto il distacco (presenza di minori, anziani, etc..) (Allegato 5 – Bozza Esposto).
E' opportuno effettuare tutti i passaggi sovraesposti, poiché potendo dimostrare di aver intrapreso infruttuosamente ogni tentativo legittimo per vedere risolta la propria condizione di difficoltà, se l'utente “distaccato” acquista un nuovo contatore e lo installa ripristinando il flusso idrico, segnalando al sindaco la ripresa flusso, potrà legittimamente sostenere dinanzi a qualunque magistrato di aver agito per legittima difesa essendo il suo comportamento assolutamente proporzionato all'offesa subita.
Il riallaccio è infatti un'azione illegale, e il rischio è che il gestore decida di denunciare l'utente per allaccio abusivo e/o furto d'acqua, e, per quanto possa sembrare assurdo, non sempre la giurisprudenza si è espressa a favore dell'utente.
Importante è quindi valutare le eventuali inadempienze del gestore nelle procedure adottate per il distacco (mancata comunicazione, intervento su condominio, errore di fatturazione, etc...) perchè sono elementi che decisamente posso scoraggiare il gestore dall'intraprendere la via legale ed effettuare tutte le comunicazioni ufficiali (Reclamo, richiesta di riallaccio al sindaco, etc..).
Il gestore locale e i meccanismi decisionali
Il Ruolo degli Enti Locali
Il servizio idrico è gestito sulla base di unità territoriali (ATO), e l'organo di governo è l'Autorità d'ambito (Aato) della quale fanno parte tutti i sindaci dei  dei comuni facenti parte dell'ATO.
I comuni che ricadono in un Ato si “associano” sulla base di un consorzio tra comuni o di una convenzione di cooperazione, della quale fanno parte la carta dei Servizi e il Regolamento d'utenza. Le decisioni sulla gestione (tariffe, investimenti, regolamenti, etc..) vengono prese in sede di conferenza dei Sindaci. In pratica però avviene che tali sedi finiscono per ratificare quanto proposto dal gestore, essendo quest'ultimo l'unico soggetto ad essere in possesso delle informazioni necessarie al processo decisionale.
Ciononostante, in tema di distacchi, i Sindaci possono:
Chiedere la revisione della Carta dei Servizi e del Regolamento d'Utenza, eliminando il ricorso alla pratica dei distacchi
Inserire e/o potenziare meccanismi di tutela per la morosità incolpevole.
Emettere ordinanze sindacali per l'immediato ripristino del flusso
L'Ato2 del Lazio
Il nostro Ato comprende orientativamente Roma e Provincia, per un totale di 112 Comuni. Il gestore è Acea Ato2, una società per azioni controllata da Acea, che ne detiene il 96,46%. Sostanzialmente quindi la sua politica è quella di Acea, della quale il Comune di Roma detiene il 51%, F.G. Caltagirone il 15,86%, Suez SpA il 12,48%, 2% Norges Bank e il resto azionariato diffuso.
Il Comune di Roma ha quindi una grande responsabilità rispetto alle scelte gestionali, sia in quanto socio di maggioranza, sia in quanto unico comune dell'Ato ad avere un voto “di peso” nella conferenza dei sindaci. Essendo però Acea SpA una quotata in borsa, di fatto le sue scelte aderiscono alle regole del mercato e agli interessi degli azionisti. Di fatto, ogni anno questi si spartiscono dividendi milionari (62 milioni nel 2014), mentre il servizio peggiora e le tariffe aumentano.
In questi anni i comitati e le realtà sociali hanno più volte indicato le criticità dell'attuale gestione, alcune delle quali sono elencate di seguito. Per approfondimenti (Allegato 6 Dossier Acea 2013).
Tariffe e distacchi. Le tariffe sono continuamente aumentate, mentre il servizio e le condizioni dei lavoratori hanno continuato a peggiorare. ACEA ATO2 sta chiedendo conguagli che partono addirittura dal 2006, per un totale più di 50 milioni di euro da incassare nel solo 2015, incamerando anche 8 milioni del fondo di solidarietà, nato per sostenere le famiglie in difficoltà.
All'aumento delle tariffe corrisponde quello dei distacchi: ormai migliaia al giorno in tutta Roma, anche per una sola bolletta saltata e per poche decine di euro di “morosità”. Acea viola un diritto umano pur di fare cassa!
Debito. Acea Ato2 è sempre più indebitata nei confronti della “madre” Acea SpA. Gli utili della gestione del servizio idrico vengono infatti assorbiti dalla “madre” Acea, per poi tornare ad Acea Ato2 sotto forma di prestiti a tasso di mercato.  Una proiezione di tale andamento sui prossimi anni fornisce uno scenario allarmante: un indebitamento che arriva a sfiorare i 3 mld nel 2020: un fallimento annunciato, che ricadrebbe sulla collettività, non certo sugli azionisti privati
Investimenti. A fronte di tariffe sempre più alte, e di milioni spesi per la realizzazione delle opere previste (depuratori, acquedotti, fogne, etc..), molte opere rimangono incompiute, con un danno non solo per i cittadini ma anche per l'ambiente. Una recente inchiesta dell'Espresso ha inoltre messo in luce una serie di appalti “neri” legati a ditte coinvolte in “mafia capitale”, e indicato un sistematico aumento dei costi previsti per le opere.
Mancanza di trasparenza. per i cittadini, ma spesso anche per i consiglieri comunali, è impossibile accedere ad informazioni concrete sulla gestione del servizio idrico, come, ad esempio, i nomi delle ditte che eseguono i distacchi. Acea risponde che, essendo un'azienda privata, non è tenuta a dare questo tipo di informazioni. Gli stessi sindaci si trovano spesso a votare piani finanziari e tariffari elaborati da Acea Ato2, senza avere il tempo di comprenderli e di condividerli con i proprio consigli comunali. Questo è uno dei meccanismi che permette ai soci privati di Acea di esercitare un effettivo potere sulla gestione della nostra acqua.
La strada dell'acqua pubblica
A giugno 2011 26 milioni di italiani si sono espressi per una gestione pubblica dell'acqua, senza profitti. Da allora ogni governo ha tentato di vanificare quel voto, facendo ripartire la privatizzazione e reinserendo nella tariffa idrica nuove voci destinate a garantire il guadagno dei gestori. L'attuale Governo Renzi sta tentando un nuovo rilancio delle privatizzazioni, al quale da nord a sud ci si sta opponendo (Vedi sito del FIMA)
In questi anni la lotta per l'acqua pubblica non si è mai fermata, raggiungendo alcuni risultati:
I passi in avanti...
Legge regionale
Nel Lazio ad aprile 2014 è stata approvata all'unanimità la legge regionale n°5, per la “tutela, governo e gestione pubblica delle acque”, nata da una proposta popolare supportata da movimenti e consigli comunali.
Il testo recepisce la mandato popolare espresso dai referendum 2011 ma, per essere attuato,  prevede la stesura di ulteriori atti legislativi fondamentali, quali la legge sugli ambiti di bacino idrografico e la nuova convenzione di cooperazione tipo. I promotori stanno attualmente facendo pressione sulla Giunta e sul Consiglio regionale affinché la legge venga attuata.
Mozioni comunali
l'Assemblea Capitolina con due mozioni (n° 25 e n°47), approvate rispettivamente il 12 settembre e l'8 ottobre 2013 impegna il Sindaco e la Giunta affinché Acea Ato2 cessi la pratica dei distacchi per morosità, considerata  “una pratica lesiva di un diritto umano”. Due mozioni alle quali la Giunta non ha però mai dato seguito

Mozioni municipali
Tra fine 2013 e inizio 2014 i Consigli dei Municipi (numerazione vecchia) I,  III, VI, VII; VIII, IX, X, XI, XII; XIII, XIV, XV hanno approvato mozioni con cui hanno impegnato i propri Presidenti  ad adoperarsi presso il Sindaco e la Giunta comunale ad intervenire “tempestivamente per l'immediato ripristino dell'utenza idrica di tutti gli utenti oggetto della pratica vessatoria del distacco” e per “rivedere l’assetto societario di ACEA ATO2 S.p.A. in ottemperanza agli esiti referendari” e “all’affidamento ad un'azienda speciale della produzione, erogazione e gestione del servizio idrico integrato nel territorio degli enti locali consorziati”.

I passi indietro...
La delibera di giunta con cui è stato approvato il Bilancio previsionale 2015 (n°4766 del 30 dicembre), prevede la dismissione di quote di 20 società partecipate, tra cui anche la vendita del 3,53 % di Acea Ato 2, la controllata di Acea che gestisce l'acqua di Roma e Provincia. Questo significa che il Comune di Roma perderà ulteriore peso nel CdA dell'azienda, e quindi le decisioni saranno ancor di più spostate verso l'asse privato.
Questa operazione apre inoltre la strada ad un progetto ben più pericoloso: quello della consegna di tutto il Centro Italia ad Acea, che vedrà la partecipazione dei Comuni esclusivamente attraverso una “newco dell'acqua”, della quale centinaia di comuni deterranno piccolissime azioni. Termini nuovi per ricette vecchie: l'acqua del centro Italia in mano ad una multinazionale sempre più potente, i comuni espropriati da ogni decisione, cittadini e lavoratori lasciati in balìa delle regole di mercato e degli indici di borsa.
Le prospettive...
Modifica della Carta dei servizi
nell'immediato è necessario modificare gli accordi alla base della gestione del servizio idrico, attualmente totalmente a vantaggio di Acea, affinchè gli utenti siano maggiormente tutelati
Attuazione legge regionale
Rendere attuativa la legge regionale n°5, attraverso la definizione di nuovi ambiti territoriali all'interno dei quali I comuni possano decidere l'affidamento del servizio idrico, anche al di fuori delle regole di mercato. Questo principio è sancito nella legge regionale, ed è possibile praticarlo
Proposta di ripubblicizzazione
Dopo la vittoria referendaria i comitati per l'acqua hanno elaborato una proposta di ripubblicizzazione di AceaAto2, sulla quale l'attuale giunta Marino non ha mai avviato il confronto, nonostante l'Assemblea capitolina avesse votato per l'apertura di un tavolo che lavorasse in tal senso.
Quella proposta è stata attualmente tradotta in una delibera di iniziativa popolare, sulla quale sono state raccolte le firme dei cittadini e che a gennaio 2015 ha iniziato il suo iter in Campidoglio